Lì dove pìzzica la tarànta

Salento: penisola protesa tra Ionio e Adriatico, fantasiosamente identificata col tacco dell’italico stivale. Ma dire “Salento” non è solo indicare il territorio comprendente l’intera provincia di Lecce, gran parte di quella di Brindisi ed il versante orientale di quella di Taranto …il Tacco, appunto.

Salento non è solo un toponimo, è anche una precisa identità culturale e linguistica, per molti aspetti assai differente da quella della restante Puglia.

Nell’ultimo decennio il termine Salento è diventato sempre più marchio d’identità e di qualità; anche tra i giovanissimi sempre più fà tendenza in campo turistico, enogastronomico, musicale e perfino nell’abbigliamento. Strano a dirsi, ma gran parte di ciò non è frutto di un’abile strategia di marketing territoriale che, a dir la verità, anche nell’estremo sud-est d’Italia siamo ancora lontanucci dal saper progettare in modo organico ed attuare in maniera duratura.

Già! Perché tale “rinascimento salentino” è per lo più una fortunata alchimia di storia, clima, enogastronomia, paesaggi e personaggi che, un pò per scelta, un pò per caso, stanno offrendo a questa terra una formidabile occasione di sviluppo economico e di riscatto sociale.    

Meraviglioso è che tutto ciò, prima che elemento d’attrazione turistica, sia innanzitutto un percorso dei Salentini di riappropriazione delle proprie radici, in radicale controtendenza rispetto alle tante comode omologazioni contemporanee.

Meraviglioso che catalizzatore di tale processo siano la musica e la danza popolare salentine: in una parola, la Pìzzica.

 

Pizzicare è il pungere di un insetto o il mordere di un ragno, quella taràntola (Lycosa tarentula) di cui, in tempi non remoti, si pensava rimanessero vittime molte donne impegnate nel duro lavoro dei campi.

Non che la pur minacciosa tarànta abbia mai rappresentato un reale pericolo per l’uomo ma, decenni or sono, era un’ottima “scusa” per i riti che dal suo presunto morso traevano origine. Riti d’origine precristiana che, più che guarire dal veleno del ragno, esorcizzavano le frustrazioni generate dalla dura quotidianità che travagliava gran parte della popolazione in quei tempi fortunatamente andati.  Si scaricavano così, in maniera incruenta, le tensioni quotidiane e, al contempo, si rafforzavano i vincoli sociali.

In realtà, ben tre sono i generi di pizzica.

La Pìzzica Tarantàta è la frenetica danza delle tarantolàte di cui sopra.

La Pìzzica Pìzzica o Pìzzica ti còri (del cuore) è, invece, un’allegra danza di corteggiamento durante la quale i due ballerini si avvicinano ma non si toccano mai. Un leggero sfiorarsi e un sensuale scambio di sguardi rimarcano il desiderio dell'uomo di entrare nelle grazie della donna e quello di lei di essere corteggiata dall'amato al quale, però, sfugge se questi prova ad avvicinarsi.

Infine, nella Pìzzica Scherma (o Danza delle Spade) i danzatori sono due uomini che mimano un combattimento con i coltelli, simbolicamente sostituiti dalle dita indice e medio protese: attraverso ampie movenze delle braccia i danzatori si sfidano in una sorta di duello rusticano.

 

Si dirà, ma tutto ciò cosa c'entra col Rinascimento Salentino? Non solo c’entra ma, in parte, lo dimostra!

Non esiste amministrazione locale del Salento che nella programmazione estiva non preveda concerti di pizzica, ben sapendo che allieteranno giovani, meno giovani e migliaia di forestièri.

Un solo esempio valga per tutti: il più grande raduno folk d’Europa è, guarda caso, la Notte della Tarànta. Evento inizialmente concepito per durare una sola notte ed ora divenuto festival itinerante con incursioni fuori porta da “tutto esaurito”: Bologna, Roma e (udite udite) Pechino.

 

L’evento clou del festival, che si svolge a fine agosto nella splendida cornice barocca dell’ex monastero degli Agostiniani in Melpignano (Lecce), anche quest’anno ha attirato giornalisti da tutto il mondo e folle oceaniche: oltre 100 mila persone d’ogni parte d’Europa, età ed estrazione sociale.

Anche gli artisti che negli ultimi anni si son cimentati con la tarànta - e che son rimasti pizzicàti - hanno nomi di tutto rispetto: Francesco De Gregori, Franco Battiato, Stewart Copeland (batterista dei mitici Police), Ambrogio Sparagna, Noa, Gianna Nannini, Giovanni Lindo Ferretti, Piero Pelù, Lucio Dalla, Carmen Consoli, Lucilla Galeazzi, Peppe Servillo, Carlos Nùnez, Mauro Pagani, Massimo Ranieri, Morgan, Caparezza, Sud Sound System, Negramaro e, scusate se è poco, i Buena Vista Social Club.

 

Mica male per essere “solo” musica popolare salentina!!!  

 

 

Benedetto Quaranta

Guide e Consulenze Turistiche per Puglia e Basilicata.

Progettazione e gestione di tours culturali a

tema storico-artistico, archeologico, naturalistico, enogastronomico.

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